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Lancia Ardea

Le Ardea derivate

Il primo prodotto “derivato Ardea” è il Tassi Roma (modello 450 secondo la denominazione ufficiale della Casa), che nasce nel 1940. Caratterizzata da una linea antiquata, questa versione viene realizzata abbandonando la struttura portante ed utilizzando un telaio a pianale di dimensioni (passo e carreggiata) maggiori rispetto alla berlina, per l’ovvia necessità di offrire una migliore abitabilità ai passeggeri. Il motore (e la meccanica in genere) sono evidentemente quelli della berlina, fatta eccezione per il rapporto finale di demoltiplicazione della trasmissione (con maggiore riduzione, quindi più “corto”), per la misura (maggiorata) di cerchioni e gomme e per la netta riduzione delle prestazioni – minori velocità, accelerazione e ripresa e maggior consumo – imputabile al maggior peso (circa 300 kg in più, pari ad un aumento di quasi il 40%). Di questa tutto sommato non entusiasmante versione, vengono costruiti, nel triennio 1940–1942, poco più di 500 unità. Il 1941 è comunque l’anno in cui dalla fabbrica escono quasi tutti gli esemplari (424 per l’esattezza). Il numero complessivo di pezzi prodotti dovrebbe essere di 511, dal momento che la numerazione inizia dal 450-1001 e termina con il 450-1511, ma secondo altre fonti la produzione effettiva risulterebbe leggermente inferiore (501 unità)

Nel 1941, in piena guerra, la Lancia pare abbia costruito 9 “furgoncini” con meccanica Ardea; di certo c’è che la vendita di questa fortunata versione commerciale inizia seriamente nell’immediato dopoguerra, nella seconda metà del 1945. Il furgoncino Ardea – la cui denominazione di fabbrica è tipo 550 ma che viene anche pubblicizzato come “800” ad indicare la portata in chilogrammi – rimane in produzione fino al 1953 inoltrato, e viene affiancato dalla versione “camioncino” (nata alla metà del 1948 e rimasta in produzione circa quattro anni). Partendo dalla “base” del furgoncino, vengono anche costruite parecchie “ambulanze”, commercializzate dalla stessa Lancia. C’è da aggiungere infine che questi veicoli commerciali – anche esteticamente gradevoli – vengono accolti con notevole favore dalla clientela tanto che se ne costruiscono quasi 9.000, di cui oltre 7.000 furgoncini.

Le Ardea fuoriserie

Pochissime sono le Ardea carrozzate fuori serie sul telaio “350” approntato dalla Casa torinese: certamente Pininfarina ha realizzato qualche cabriolet, mentre, nel dopoguerra, abbiamo sicuramente qualche esemplare (di cui solo uno documentato) dovuto a Zagato, che lo ha realizzato secondo la formula “Panoramica” tipica, allora, del carrozziere milanese.
Interessante per la linea della “coda” che in un certo senso anticipa quella della futura Appia, è una berlina (molto probabilmente un esemplare unico), su telaio del tipo 450 a passo lungo, dovuto a Pininfarina.
Al Salone di Torino dell’aprile 1951, lo stand Lancia ospita una speciale versione derivata dal furgoncino Ardea: denominata “Promiscuetta”, l’interessante veicolo – realizzato dalla piccola carrozzeria torinese Franco – è sostanzialmente una multispazio ante litteram a 4 porte (5 con quella posteriore, sdoppiata) il cui abitacolo può essere trasformato, con poche e semplici manovre di ribaltamento dei sedili posteriori, da normale vettura a 5 posti in capace biposto con ampio vano posteriore per il trasporto di cose. Questa la descrizione che ne faceva la rivista “L’Automobile” edita dall’Automobile Club d’Italia: La Lancia espone inoltre un furgoncino su autotelaio Ardea particolarmente interessante per la sua versatilità. Può trasportare cinque persone e una buona quantità di bagaglio sistemato nella parte posteriore, dietro il sedile, oppure, ribaltando il sedile posteriore con facilissima manovra, due persone più 8 quintali di merci. Rimuovendo completamente il sedile stesso, infine, lo spazio destinato alle merci diviene ancora più ampio. Il veicolo, denominato “Promiscuetta”, ha una carrozzeria interamente metallica eseguita dalla carrozzeria Franco di Torino, ed è particolarmente adatto ai viaggiatori di commercio.
Bisogna infine ricordare come alcune creazioni artigianali in qualche modo imparentate con l’Ardea abbiano partecipato in Italia, tra il 1947 ed i primi anni cinquanta, ad alcune corse su strada ed in salita. Di esse e dei loro risultati sportivi (mai comunque esaltanti) parleremo nel più appropriato capitolo definito come “l’Ardea e le corse”: qui basta citarne le denominazioni: Alf (Avalle-Lancia-Fiorio), Ardor (Ardea–Dell’Orto), Frediani, Osfa (Officina Specializzata Aldo Faccioli), Parisotto, Vici. Si può ancora aggiungere che, tutte, impiegarono una unità motrice Ardea, elaborata, potenziata ma ridotta nella cilindrata onde rientrare nei limiti della classe di cilindrata “fino a 750 cm³”.

 


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